Marina Alessi, i comici e un discreto quantitativo di anime
di Gino&Michele
Si pensa che i comici abbiano un’anima. Come i cani, i gatti, i pappagalli e qualche politico, due o tre. I comici si pensa che vadano in paradiso. Quelli che fanno ridere, beninteso. Per tutti gli altri il purgatorio, dove sono costretti, per redimersi, a ridere delle battute dei loro esaminatori, quelli che li hanno bocciati nella vita terrena. I comici che rubano le battute vanno all’inferno. Quelli che rubano le battute ai politici vanno in paradiso. I politici che rubano le battute ai comici vanno a palazzo Chigi, che è poi un modo per andare all’inferno, ma più lenti.
Tutto questo per dire che fotografare un comico è difficile almeno quanto fotografare un pappagallo e infinitamente più arduo che fotografare un politico, a parte quei soliti due o tre. Chi ci riesce deve avere l’accortezza di fotografare anche l’anima, ai comici, e non è una cosa semplice perché i comici l’anima ce l’hanno davvero ma è così infinitamente leggera che perderla è un attimo. L’anima dei comici è un’anima ribelle, qualche volta incontrollabile. Spesso, succede, dimora altrove, nei paraggi e comunque non sta quasi mai dentro fissa, come invece accade negli altri comuni mortali. Per questo molti comici sono così irrequieti: se ne vanno in giro a cercare la propria anima.
Marina Alessi queste cose le conosce bene. Gliel’hanno confessato – si sa, in certi momenti si dice tutto – quei comici (un discreto quantitativo) che si sono dichiarati perdutamente innamorati di lei. Ora, queste sono cose abbastanza segrete che non bisognerebbe raccontare mai alla gente normale, quella che non bazzica i cabaret. Ma come potremmo spiegare in altro modo il fatto che le fotografie di Marina un’anima ce l’hanno davvero? D’accordo, Marina si è appena sposata ma il suo compagno non è mica scemo, le avrà pur chiesto come ha fatto a raccontare l’anima di tanti comici, senza mai sbagliarne una. E lei gli avrà detto la verità, speriamo. L’unica cosa che conta, ora, è che Marina Alessi, fotografa con grandi affinità con il settore comico, conosce tutti i segreti di una professione che può essere fatta banalissimamente o invece con arte e passione. Lei, ovvio, ha scelto la seconda strada, quella con l’anima in più.
E per farlo, in queste fotografie soprattutto, ha scelto di ricorrere all’unico modo possibile per fermare in un’immagine il comico e la sua anima: ha fatto saltare i comici. Se l’anima sta per andarsene a fare un giretto, il comico, che la sa leggera, salta, e saltando se la rimette dentro per un secondo. E’ quello l’attimo da cogliere. Mica è facile. Bisogna amare i comici. E averne fatto innamorare un discreto quantitativo.